Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 07 maggio 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Neurobiologia degli opposti: autismo e sindrome di Williams. Il comportamento sociale è un adattamento di base cruciale per la sopravvivenza e lo sviluppo di tutte le specie, compresa la nostra. Non sorprende, perciò, che sia mediato da numerose aree cerebrali e circuiti diversi, in gran parte conservati nel corso della filogenesi. Due tipi di disturbo psichiatrico sono caratterizzati da alterazioni rilevanti ed opposte del comportamento sociale: l’autismo (disturbi dello spettro dell’autismo, ASD) e la sindrome di Williams. Il primo caratterizzato da un difetto di abilità sociali e comunicative (iposocialità) e la seconda da un eccesso di intraprendenza sociale (ipersocialità). Le possibili basi neurobiologiche delle opposte alterazioni sono approfonditamente esaminate e analizzate in una rassegna di Boaz Barak e Guoping Feng del Massachusetts Institute of Technology (MIT), nella quale sono anche discusse le principali teorie sul comportamento sociale nel contesto di tali alterazioni. Si raccomanda la lettura di questo articolo, che elenca 150 citazioni bibliografiche, per ricchezza di documentazione ed equilibrio di valutazione [Nature Neuroscience: - Epub ahead of print doi:10.1038/nn.4276, 2016].

 

Il metilfenidato (Ritalin) non migliora le prestazioni cognitive degli anziani. La molecola, che migliora attenzione e working memory nei giovani adulti, si è rivelata inefficace in adulti anziani. Le ragioni di questa inefficacia sono state discusse lo scorso 4 maggio dai nostri soci.

 

I dati sulle caratteristiche della comunicazione mediante e-mail sono realmente psicologici? Ricercatori della University of Southern California, in collaborazione con operatori dei Yahoo Labs, hanno studiato 16 miliardi di messaggi di posta elettronica inviati da oltre due milioni di persone. I risultati, che riportiamo in sintesi, dovrebbero rispecchiare caratteristiche psicologiche dei mittenti, tuttavia ci sembra che elementi relativi all’istruzione, all’educazione, al conformismo comportamentale favorito dal rinforzo dell’emulazione tipico della società statunitense, siano decisamente prevalenti su processi di psicologia individuale nel determinarsi di questi esiti:

1) la lunghezza più probabile di una risposta è di sole 5 parole;

2) più del 90% delle risposte sono inviate entro un giorno;

3) più giovane è l’età del corrispondente e più rapida e chiara è la risposta;

4) i messaggi inviati di mattina nei giorni feriali ottengono le risposte più rapide;

5) le risposte a messaggi che recano degli allegati arrivano dopo un tempo doppio.

 

La fiducia influisce positivamente sulla salute degli adolescenti. Uno studio della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimore su 446 adolescenti è fra i primi al mondo ad aver analizzato il rapporto fra fiducia e salute. Sono state prese in considerazione due dimensioni distinte: 1) la fiducia nella comunità (individui e gruppi del vicinato); 2) la fiducia istituzionale (fiducia nell’autorità). Fra le ragazze, quelle con la maggiore fiducia sociale avevano minori probabilità di essere vittima di comportamenti lesivi e di diventare bevitrici compulsive. Le ragazze con un alto grado di fiducia istituzionale avevano una probabilità più bassa di assumere derivati della cannabis (marijuana, hashish, ecc.) e tendevano a non esporsi al rischio di infezione da rapporti sessuali, così come i ragazzi con alta fiducia sociale. Fra i maschi, l’alto grado di fiducia istituzionale si accompagnava a minore rischio di usare derivati della cannabis ma, curiosamente, ad una maggiore tendenza a diventare bevitori compulsivi. Complessivamente, la capacità di essere fiduciosi ha inciso positivamente sulla salute. [Cfr. Mmari K., et al., J. Urban Health – Epub ahead of print, Apr 8, 2016].

 

La fede intesa come fiducia nel soprannaturale può essere studiata nel suo valore biologico? La capacità mentale di confidare in qualcuno e di affidarsi ad altri è oggetto da tempo di studio psicologico e, probabilmente, dalla “basic trust” alla “confidence”, tutte le varianti concettuali della fiducia sono state tradotte in “oggetti psicologici” allo scopo di comprenderne la natura e il valore nell’economia psichica. Dai rapporti affettivi al gioco d’azzardo, dalla stabilità nei confronti del rischio per la vita e la salute, alla certezza che consente di progettare e procedere in condizioni costantemente avverse, le circostanze della vita e gli stati mentali in cui si possono studiare la fisiologia e la patologia della fiducia sono numerosi e rilevanti. Per questo motivo una revisione completa di quanto è stato pubblicato in questo campo fino ad oggi richiederebbe un notevole impegno di tempo, e, per la eterogeneità di metodi e campioni, la possibilità di sintetizzare i principali risultati in semplici profili psicologici dei diversi aspetti della fiducia umana rimane problematica. Tuttavia, una soddisfacente quantità di nozioni in grado di definire in maniera inequivocabile gli oggetti di ricerca e conseguentemente fornire un supporto interpretativo rigoroso alla grande messe di risultati, è a disposizione di quanti siano interessati a questi studi.

Una questione del tutto diversa è quella che riguarda la fede intesa come fiducia nel soprannaturale. Gli studi in questo campo sono molto più limitati e, dopo un periodo in cui si era creata una certa attenzione culturale e una sensibilizzazione degli organismi responsabili dell’approvazione dei finanziamenti alla ricerca, durante il quale sono stati realizzati numerosi progetti di studio degli effetti della fede religiosa sull’andamento di malattie di interesse internistico, chirurgico, neurologico e psichiatrico, si è registrata una fase di stasi.

L’aspetto di maggiore interesse, discusso in seno alla nostra società scientifica questa settimana, riguarda la possibilità di definire uno stato funzionale della mente (correlato funzionale) corrispondente al sentimento della fede, quale viene intesa ad esempio nell’esperienza cristiana indipendentemente dalla confessione religiosa, e studiarne gli effetti biologici sulla fisiologia di sistemi, organi ed apparati, non limitandosi al rilievo di modifiche di alcuni (pochi) parametri molecolari e cellulari.

La fiducia nella possibilità di riconoscere le influenze di un tale stato, originata da un numero considerevole di esperienze aneddotiche e sistematiche che supportano quanto emerso dai lavori pionieristici condotti in questo campo, suggerisce l’utilità del vaglio scientifico con motivazioni che vanno oltre quelle della misura degli effetti biologici di uno stato mentale esclusivo dell’uomo, ed indicano la possibilità di avviare un percorso che potrebbe portare a definire un nuovo livello funzionale o una nuova dimensione della fisiologia psico-somatica. [Cfr. Note e Notizie 16-04-16 La purezza come stato della mente può influenzare la fisiologia dell’organismo?; Note e Notizie 23-04-16 Ancora sulle basi neurobiologiche della purezza].

 

Notule

BM&L-07 maggio 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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